Giochi Olimpici invernali 2026 a Milano-Cortina d’Ampezzo: appena ho sentito la notizia, la mia mente è andata ai precedenti Giochi Olimpici Invernali del 1956, noti per i racconti dei miei nonni, all’epoca albergatori a San Vito di Cadore.

Giochi Olimpici Invernali a Cortina di nuovo dopo 70 anni

Arrivando a Cortina d’Ampezzo da sud, ancora oggi si vede svettare il trampolino olimpico costruito per le Olimpiadi del 1956.

È a Zuel, in cima ad un cocuzzolo. Ai suoi piedi un campo di calcio.

È una struttura in cemento armato e legno, con due ordini di gradinate, a sinistra e a destra della pista di atterraggio. Sul fronte del trampolino, in corrispondenza del punto di “decollo”, sono ancora visibili i 5 cerchi olimpici.

Dalla base del trampolino si intuisce il percorso che gli atleti dovevano fare per arrivare in cima: infiniti scalini all’interno della torre; non credo ci fossero ascensori.

L’anno prima delle Olimpiadi del 1956 si tennero delle gare internazionali: da uno spezzone video dell’Istituto Luce del 1955 possiamo apprezzare diverse inquadrature dei saltatori e, direi, sentire anche il brivido del salto.

Per raggiungere a piedi il Trampolino Italia, lascia l’auto a Cortina. Percorri la ciclabile lungo il tracciato della vecchia Ferrovia delle Dolomiti fino a Zuel.

Oppure parcheggia a Zuel. Da qui prendi in direzione di Campo e appena fuori dalla frazione di Zuel prendi la strada che sale a sinistra nel bosco ed in pochi minuti arriverai alla base delTrampolino Olimpico.

È possibile arrivare anche da Socol, rientrando dal Lago di Pianozes, con una deviazione lungo il percorso verso il Ponte di Geralba a San Vito di Cadore.


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