Lagazuoi Gran è il nome del gruppo di cime che divide la prima parte della Val Travenanzes dal Monte del Lagazuoi, l’altopiano roccioso che sta tra il rifugio Lagazuoi e il rifugio Scotoni. In questa escursione potrai ammirare dall’alto la Val Travenanzes, le Tofane, e, cambiando versante, il lago Lagazuoi e un ampio panorama sulle Dolomiti e sulla val Badia.
Questa escursione inizia dal passo Falzarego dove lascerai l’auto. Agli inizi del sentiero 402 troverai anche le indicazioni per le Torri del Falzarego – Col dei Bos: lungo quest’altro itinerario potrai raggiungere, in altro momento, Ospedaletti, dei ruderi risalenti alla Prima Guerra Mondiale che ho descritto in un’altra escursione.
Gran Lagazuoi: descrizione dell’itinerario
Dal passo Falzarego prendi il sentiero 402 che sale nel canalone verso Forcella Travenanzes – rifugio Lagazuoi. Resta sul sentiero che si tiene alto sulla sinistra, rispetto alla pista da sci, e sali fino a costeggiare l’inizio della galleria del Lagazuoi. Prosegui fino a Forcella Travenanzes (vedi la prima foto) e da qui prendi il sentiero 20b.
È un bellissimo itinerario in cui puoi scoprire la prima parte della Val Travenanzes dall’alto e le Tofane, che puoi ammirare passo passo in tutti i loro dettagli.
Durante il percorso, mentre ammiravo appunto la Tofana di Rozes e mi guardavo intorno, lo sguardo mi cade su un piccolo sasso con evidenti stratificazioni: lo raccolgo e noto con molto stupore una notevole somiglianza con la Tofana. L’ho fotografato accanto all’originale ed ora lo conservo per ricordo. L’inclinazione degli strati non è identica, ma ha una base piatta e lo utilizzerò come fermacarte. È stato di buon auspicio perché qualche giorno dopo sono salito proprio in cima alla Tofana di Rozes.
In questo primo tratto, agevole, in leggera salita, raggiungi Forcella Gasser Depot.
Durante l’avvicinamento alla forcella, sulla destra, puoi ammirare Tera Rosses, un torrione che poggia su degli strati di terra rossa, da cui prende – credo – il nome, visibili però solo scendendo lungo la Val Travenanzes.
Alla Forcella Gasser Depot puoi ammirare la Torre Travenanzes, nella foto qui sopra a sinistra, e lo sviluppo della Val Travenanzes che si incunea alla base delle Tofane. Sullo sfondo la Croda del Vallon Bianco. Il ghiaione sulla sinistra si chiama Ciadìn de Lagazuoi.
Ammiro sempre con stupore le diverse forme delle rocce: gli strati delle Tofane, le guglie delle torri come la Torre Travenanzes, il diverso orientamento degli strati rocciosi. Ma le sorprese non finiscono. Tra poco incontrerai il cosacco con il colbacco.
Da Forcella Gasser Depot il sentiero prosegue salendo verso Forcella Granda. È questo il tratto dove puoi osservare da vicino come le rocce dolomitiche, con l’erosione, mostrano il loro vertiginoso equilibrio nelle situazioni più strane. Ancora sorrido riguardando la foto della torretta qui sopra, definita cosacco con il colbacco da un’alpinista di passaggio (non ho trovato altre fonti utili; se sei più informato di me scrivimi un commento in fondo all’articolo).
Se vuoi approfondire l’aspetto geologico delle Dolomiti ti suggerisco di visitare la sezione geologica del Museo Vittorino Cazzetta di Selva di Cadore. Qui ho capito come si sono formate le stratificazioni evidenti nelle Tofane: il mare si espandeva e si ritirava periodicamente, e ad ogni ciclo si depositava sul fondo un nuovo strato di depositi (spero di aver sintetizzato in modo corretto!).
Poco prima di arrivare in Forcella Granda, in corrispondenza di un ripido canalone, trovi la curiosa torretta del cosacco con il colbacco. Qui non sei ancora in Forcella Granda, prosegui oltre per pochi metri, dove trovi un cambio di scenario.
Qui lo sguardo spazia dalle Cime di Fanes (a destra nella foto qui sopra), le Conturines (al centro) con sotto il Lago Lagazuoi, e, in fondo, la Val Badia con il Gardenaccia. Fuori campo della foto, lo sguardo si allarga al gruppo del Sella e oltre. Sei a quota 2.650 metri circa.
Da qui inizia la discesa inizialmente in direzione del laghetto ma – fai attenzione – superato il tratto con tronchi fissati a terra, c’è un bivio (non indicato) ed il sentiero si stacca verso sinistra in direzione opposta verso il rifugio Lagazuoi.
Esiste anche il sentiero che scende invece al lago, ma sulla carta non lo trovo indicato. Poco dopo il tratto di sentiero che scende su un tratto ghiaioso alla base delle pareti del Lagazuoi Gran. Qui consiglio il caschetto. Ecco un paio di foto che documentano il tratto.
La discesa è aiutata dai tronchi fissati a scaletta e ti puoi appoggiare alla roccia. Spero non cadano sassi dall’alto!
Ecco invece come appare da lontano il tratto di sentiero appena superato: più difficile a vedersi che a farsi. Il sentiero prosegue ancora per un po’ sotto le pareti e poi finalmente sei sul monte del Lagazuoi, l’altopiano roccioso che sale verso il Lagazuoi Pizo (“piccolo”) dove troverari il rifugio.
Salito e disceso dal Rifugio Lagazuoi, dove gusti un panorama a 360 gradi, un ultimo sguardo alle Torri di Fanes (al centro) e alle Conturines (a sinistra). Sulla destra, poco sopra la scritta in filigrana (© 2022 VacanzeDolomiti. com) riesci a distinguere dove passa il sentiero 20b? Se sì, scrivimelo nei commenti qui sotto.
Prima di concludere ecco un particolare della Cima Scotoni, del gruppo delle Cime di Fanes: un crollo dal basso, piuttosto frequente, che ha creato un’apertura nella parete, quasi come il portale di una cattedrale. Nella scheda tecnica troverai anche il link ad un’altra recensione dello stesso itinerario, ancora più dettagliata della mia e con molte altre foto.
L’escursione in sintesi
Hai apprezzato la descrizione di questa escursione?
Ho curato i testi, scattato e selezionato le fotografie, verificato toponimi, quote, itinerari e dislivelli per farti apprezzare le Dolomiti saltando la fatica di cercare e verificare le informazioni.
Inoltre, ho riassunto in una scheda tecnica le informazioni essenziali per selezionare, tra tante, l’escursione adatta a te: dove arrivare con l’auto, punto di partenza e arrivo, dislivello, tempi, difficoltà, numeri dei sentieri, percorribilità, cartografia, indicazioni per portare i bambini, altre recensioni selezionate in rete tra quelle più pertinenti e affidabili. Il tuo contributo per visionare le schede tecniche è registrarti: è gratuito e ti costa solo condividere la tua email. Riceverai il link per consultare le schede tecniche nella tua casella email.
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